
Le cavità artificiali sono Beni Culturali che, per loro peculiarità necessitano di studi interdisciplinari a cui debbono concorrere tutte le diverse competenze scientifiche, le forze e gli ambiti professionali.
La Società Speleologica Italiana Ets è interlocutrice privilegiata degli enti preposti alla tutela del patrimonio ambientale e culturale, potendo contribuire, grazie alla sua Commissione Nazionale Cavità Artificiali, alla conoscenza del patrimonio ipogeo artificiale, alla sua protezione e tutela, alla progettazione di itinerari sotterranei fruibili anche da non speleologi, destinati ad arrichire l’offerta culturale e turistica, non solo in Italia.

Le indagini che lo speleologo svolge in cavità artificiali sono indirizzate all’individuazione geografica e tipologica dell’ipogeo, all’analisi delle tecniche progettuali e degli utensili impiegati per la realizzazione, alla comprensione degli scopi primari e secondari che hanno motivato la creazione di tali opere, alla comparazione fra lo stato attuale del territorio e quello antecedente le intervenute modificazioni.
La riscoperta, lo studio e la documentazione di strutture ipogee dimenticate, talvolta perché ormai inutilizzate o perché modificate nella iniziale destinazione d’uso, riveste un sempre crescente interesse. Non di rado, si riscoprono opere che da tempi antichi o antichissimi continuano a fornire un prezioso contributo al controllo del territorio, in ambito urbano ed extra urbano, relativamente alla gestione delle acque e alla mitigazione dei rischi correlati (inondazioni, dissesti, dilavamenti, intasamento dei rivi tombati, ecc.) e negli ambiti rupestri, particolarmente fragili.

Gli studi che gli speleologi svolgono nelle cavità artificiali permettono la conoscenza, la documentazione, il recupero e l’analisi di importanti testimonianze del passato che, diversamente, rischierebbero di scomparire.
La Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana Ets coordina le attività tecniche, scientifiche e formative di questa disciplina in Italia e favorisce gli scambi in ambito internazionale.

A partire dai primi anni ’50 del secolo scorso l’esperienza scientifica, tecnica e organizzativa maturata nell’esplorazione delle grotte naturali sviluppa sostanziali sinergie con altre discipline integrandosi nella ricerca, studio e documentazione delle cavità artificiali. Nel 1981 si costituisce la Commissione Nazionale Cavità Artificiali (CNCA) come organo permanente della Società Speleologica Italiana adeguando l’iniziale definizione di “speleologia urbana”, ormai obsoleta rispetto all’elevato numero di cavità censite anche in ambienti extraurbani, nella attuale “speleologia in cavità artificiali“, che meglio indica la natura multisettoriale e interdisciplinare di questa attività di studio.

Negli anni successivi il metodo di studio del mondo ipogeo artificiale, impostato in Italia dalla nostra Commissione, si diffonde anche nel resto del mondo.
Contatti: Prof. Michele Betti michele.betti(AT)uniurb.it